Lettera pubblicata in Liberazione
 

Cara Liberazione,

 

Nel suo articolo “Londra, ergastolo per i militari ‘obiettori’ nei Paesi occupati” (23 aprile) Guy Fawkes cita la Section 8 dell’Armed Forces Bill, in discussione nel parlamento britannico, senza sottolinearne le implicazioni internazionali.  

 

La Section 8 prevede che i soldati che “disertano” dal servizio in un’”occupazione militare di un paese o territorio straniero” possano prendere l’ergastolo.  Nello stesso tempo John Reid, il Ministro della Difesa, invita pubblicamente a riscrivere la Convenzione di Ginevra per legalizzare l’azione militare preventiva: la tradizionale politica imperiale inglese viene aggiornata a complemento della “guerra senza fine” di Bush.  La Gran Bretagna ha in Iraq il secondo contingente in ordine di grandezza e presto sarà al comando delle forze NATO in Afghanistan. 

 

La Section 8 rappresenta un pesante attacco contro il crescente movimento di uomini e donne nelle forze armate che rifiutano di combattere in guerre e occupazioni presenti e future.  L’articolo però dà l’impressione che non si faccia niente per fermarla, mentre l’opposizione nel Regno Unito e nel mondo sta crescendo.  Payday ha inizialmente lanciato una petizione internazionale sul nostro sito web www.refusingtokill.net che in pochi giorni ha raccolto firme da 19 paesi. 

 

Osman Murat Ülke, un obiettore di coscienza turco che al Tribunale Europeo dei Diritti Umani ha vinto il diritto a non essere incarcerato ciclicamente per il suo rifiuto, ha dichiarato sulla Section 8: “Un soldato è sempre un essere umano e non un’estensione meccanica dell’apparato militare.  Nessun contratto, giuramento o legge può cambiare questo fatto.”

 

Rose Gentle aveva un figlio, Gordon, ucciso in Iraq.  Adesso conduce una campagna con Military Families Against the War, e ha detto: “A un genitore si spezza il cuore quando un figlio difende i suoi diritti e prende l’ergastolo.  Non viene condannato solo lui, ma anche tutta la sua famiglia.”

 

Invitiamo il movimento internazionale contro la guerra, i pacifisti, gli attivisti per i diritti umani a contattarci e a difendere il diritto dei soldati, anzi di tutte/i noi, di rifiutare ordini illegali ed esser complici di crimini di guerra.

 

Giorgio Riva, Londra, fa parte di Payday, una rete internazionale di uomini che lavorano con lo Sciopero Globale delle Donne, per una società che investa nella cura della vita, non nella morte.

 

payday@paydaynet.org
 

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