Briefing interpartitico sull’Armed Forces Bill

Mercoledì, 17 maggio 2006, 18.30-20, Boothroyd Room, Portcullis House

 

QUELLO CHE DICONO SUL DISEGNO DI LEGGE

 

Barry Ross, Veterano della Guerra del Golfo:  

 “Non c’è dubbio che sarà controproduttivo e trasformerà in clandestini per ancora più tempo ancora più soldati che assentano senza permesso.  Sono un veterano del Golfo e ho disertato perché sono affetto da diisordine da stress posttraumatico (PTSD).  So che cosa vuol dire essere sotto pressione.  La polizia ti dà la caccia come se fossi un pluriomicida.  Ho fatto sei mesi nella prigione militare di Colchester per la stessa cosa. E’ stato un incumbo.  Dopo, per far vedere chi erano, mi hanno mandato in Irlanda.  Mi sono di nuovo assentato senza permesso.  Non riesco a credere che Blair e John “Bullo” Reid [l’ex-Ministro della Difesa] trattino le nostre forze armate in questo modo.  Li dobbiamo fermare.  Che cosa succede dopo, il plotone d’esecuzione per imporre la disciplina?”

 

Ben Griffin, refusenik britannico, si è dimesso dalle forze speciali delle SAS e ha rifiutato di ritornare in Iraq

“Questo disegno di legge non rappresenta solo una sfida a tutto quello venne deciso durante i processi di Norimberga, è anche un cambiamento radicale nel rapporto tra lo Stato e le sue forze di volontari.  Con la Section 8 dell’Armed Forces Bill 2006 un soldato potrebbe prendere l’ergastolo per rifiutarsi di prestare servizio in un’occupazione militare di un paese o territorio straniero.  Anche se quell’occupazione è illegale ed istigata da un “alleato” straniero, o se la condotta dell’occupazione è criminosa e contro la volontà della popolazione del luogo.”

 

Osman Murat Űlke, obiettore di coscienza turco, che nel Tribunale Europeo per i Diritti Umani ha vinto il diritto a non essere ripetutamente incarcerato per il suo rifiuto

 “Noto con preoccupazione crescente che il parlamento britannico si sta preparando a passare un nuovo Armed Forces Bill che minaccia l’ergastolo ai soldati che rifiutano di partecipare a un’occupazione di un territorio straniero.

 

 “Quest’iniziativa rappresenta un allarmante passo verso la restrizione dei diritti dei cittadini, e li riduce a strumenti di un’autorità che si presume nella posizione di decidere sul bene comune e di sostituirsi alla coscienza dell’individuo.

 

“Un soldato è sempre un essere umano e non un’estensione meccanica dell’apparato militare.  Nessun contratto, giuramento o legge può cambiare questa situazione.

 

“Esorto il parlamento britannico a ripensarci.  L’autoritarismo non è certo una strada valida da percorrere, né per la società britannica, né per l’umanità in generale.”

 

Rose Gentle aveva un figlio, Gordon, che è stato ucciso in Iraq e adesso conduce la sua campagna con Military Families Against the War:

“A un genitore si spezza il cuore quando un figlio afferma i suoi diritti e può essere messo in prigione per tutta la vita.  A scontare la condanna non è solo lui, ma tutta la sua famiglia.”

 

Pablo Paredes, refusenik statunitense.  Il giudice della corte marziale ammise che i soldati hanno buone ragioni di pensare che le guerre in Iraq e Afghanistan sono illegali:

“Si parla di ergastolo con una certa difficoltà da parte degli avvocati nel caso di un pluriomicida, di un omicidio congiunto a violenza sessuale, di violenti atti di terrorismo e altri atti inumani simili a questi.  Il giorno che un governo pensa di punire un essere umano che rifiuta di partecipare alla più grande delle armi di distruzione di massa (la guerra) con la stessa condanna a vita, in quel giorno quel governo rinuncia alla sua umanità e ritorna alla selvaggia persecuzione delle idee .”

 

Marco - Italia

“In un epoca di guerra globale fanno paura gli uomini\donne che dicono: NO!  I governi cercano quindi in tutti i modi di impedire agli
uomini\donne di avere pensieri liberi , per questo per loro l'Armed Forces Bill è necessario.  Per questo reprimono e incarcerano, negando un diritto fondamentale di ogni essere umano:l'obiezione di coscienza.”



 

Yesh Gvul (“C’è un limite!”) gruppo di pace israeliano che conduce una campagna contro l’occupazione, appoggiando i soldati che rifiutano i compiti di natura repressiva o aggressiva:

“Shalom amici,

 

“Quei bravi uomini e donne britanniche che si rifiutano di partecipare a una guerra senza senso meritano gli applausi e non la prigione, e il loro atto di coscienza deve essere quanto meno rispettato.  Un governo che manda gente come questa in prigione per molti anni è un governo codardo, sulla strada della tirannia.

 

“Noi, cittadini israeliani che rifiutiamo di prender parte all’occupazione della gente e dei territori palestinesi, vogliamo trasmettere la nostra solidarietà ai refusenik britannici che affrontano quest’oppressione.

 

Buona fortuna.  Guardando a un futuro di attivismo comune.”

 

 Pepe, Londra

“IMMAGINATEVI CHE C’E’ UNA GUERRA... E NESSUNO VA.

 

“Solo la guerra rende possibile mobilitare tutte le risorse tecniche di oggi mentre si mantiene il sistema della proprietà.  [...] Invece di drenare i fiumi la società dirige un torrente umano dentro a un letto di trincee; invece di gettare semi dagli aerei, lancia bombe incendiarie sulle città”... Walter Benjamin, filosofo ebreo tedesco

 

Union Pacifiste, Sezione francese di War Resisters International, conduce una campagna per un’Europa senz’armi

“Sosteniamo la vostra iniziativa contro l’Armed Forces Bill.  L’abolizione degli eserciti è la via migliore per eliminare tutte le guerre.  Il nostro dovere è inviare instancabilmente questo messaggi: nessuno può essere costretto a portare armi, tutti hanno il diritto di rifiutarsi di uccidere!

 

Pacificamente,

René Burget

Rappresentante di UPF sezione di WRI

 

“Un Ponte per”, è un’associazione italiana di volontariato con lo scopo di promuovere iniziative di solidarietà per i soldati che si oppongono alle occupazioni militari: 

“Vogliamo esprimere la nostra completa solidarietà ai membri delle forze armate britanniche come Ben Griffin e Malcolm Kendall-Smith che si sono opposti alla guerra e all’occupazione illegali dell’Iraq e rifiutano di far da strumenti della politica estera americana che mira al dominio sui paesi stranieri. 

 

“Lo scopo della nostra associazione è di costruire ‘Ponti di pace’ tra Occidente e Medio Oriente, di cooperazione, solidarietà, scambio culturale e libera discussione politica sulle alternative per il nostro futuro e relazioni internazionali libere da paura e dominio, contro lo “scontro civiltà” promosso per giustificare conquiste militari, razzismo e aggressione.

 

L’Italia è un paese che prende parte all’occupazione illegale dell’Iraq, nonostante l’Articolo 11 della sua Costituzione dica che ‘l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. Perciò consideriamo la posizione dei soldati britannici contro la guerra come un vivido esempio che speriamo sia seguito dai soldati italiani.”

  

Shimri Zameret, uno dei 500 refusenik delle scuole medie che è stato ripetutamente incarcerato e alla fine ha vinto diritto a rifiutarsi di prestare servizio nell’occupazione israeliana:

" Ho fatto 21 mesi di prigione perché mi sono rifiutato di prestare servizio nell’esercito israeliano.  So che cosa vuol dire per un giovane essere strappato ai suoi amici, alla sua famiglia, ai suoi sogni.  So che non mi sarebbe importato se i mesi fossero stati 421.  Se avessi ignorato la mia coscienza avrei perduto la mia umanità.

” La democrazia si misura per il modo in cui tratta la gente che non è d’accordo con il governo.  Se questo disegno di legge diventasse legge, la Gran Bretagna si unirebbe a quella famiglia poco rispettabile di paesi che viola severamente la libertà di coscienza."

 

Matan Kaminer, con Shimri, uno dei “cinque” che in maniera estremamente pubblica vinsero il loro diritto a rifiutare:

 “I soldati sono gente comune che paga il prezzo più alto possibile per le politiche imperiali delle élite economiche, militari e politiche.  La resistenza all’interno delle forze armate, sia tra i coscritti che tra i volontari, è vitale per la lotta contro la politica imperiale e per la democrazia mondiale.  I refusenik israeliani sono solidali con le nostre sorelle e fratelli britannici.”

 

Grupa Spoleczenstwo Aktywne, Gruppo Società attiva, Wroclaw, Poland

“No alla punizione per chi sceglie la pace!

 

“Come attivisti di base di Wroclaw, Polonia, che lottano per i diritti umani, la pace e la giustizia sociale, vogliamo esprimere la nostra ferma opposizione ai tentativi del governo britannico di riscrivere la legge militare in modo da legittimare l’occupazione e l’azione militare preventiva attraverso l’Armed Forces Bill 2006.  In particolare condanniamo la Section 8 del Bill, che prescrive che i soldati che si rifiutano di prender parte a un’’occupazione militare di un paese o territorio straniero’ possono essere imprigionati a vita.

 

“Parliamo come abitanti della Polonia, il paese che fu il primo in Europa a fare l’esperienza degli orrori dell’occupazione militare nazista con la distruzione di 6 milioni di membri della popolazione, tra cui il genocidio di quasi intera la minoranza ebraica della Polonia d’anteguerra.  Parliamo come discendenti di generazioni che hanno patito la paura e la perdità della dignità umana, risultato della politica imperialista e dell’aggressione militare di Hitler.  Pensiamo che sia scandaloso che il Parlamento britannico stia per votare questa legge che viola i Principi di Norimberga del 1950 che hanno stabilito il riconoscimento internazionale della responsabilità di ogni individuo di rifiutare di obbedire ordini illegalli e immorali da parte di qualsiasi governo.  Tale voto non si sarebbe nemmeno dovuto proporre in un mondo con tanta esperienza di guerre e di violenza sponsorizzata dallo Stato.

 

“Riconosciamo il diritto universale e irrefutabile di ogni essere umano, compreso ogni soldato di qualsiasi esercito, di rifiutare di uccidere o di rifiutare di fare da truppa di occupazione.  Nessuno può essere punito per scegliere la pace e il rispetto della vita umana.  Esigiamo che il governo britannico ritiri questo vergognoso disegno di legge ed esortiamo i leader politici britannici ad agire rispettando la legge internazionale.  Esortiamo inoltre il governo britannico come tutti gli altri governi che prendono parte alla criminale occupazione dell’Iraq a ritirare le truppe immediatamente e in modo completo.

 

“Esigiamo che i governi investano nella cura della vita, non nella morte


 

Payday è una rete di uomini che lavora con lo Sciopero Globale delle Donne

InvestIRE NELLA CURA DELLA VITA, NON NELLA MORTE.

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