Mehmet Tarhan libero!
Obiettore di coscienza
curdo gay in prigione in Turchia Difendiamo il diritto gay di rifiutare di uccidere |
|
Care amiche e amici,
Vi mandiamo saluti e auguri per la vostra manifestazione, lanciata da donne lesbiche e uomini gay, per l’eguaglianza dei diritti tra partner sposati e non dello stesso sesso o di sesso diverso e contro la minaccia di governo e religione al diritto all’aborto. Sappiamo anche che la povertà può essere un contraccettivo: le donne devono avere i soldi e le risorse per avere le famiglie che vogliamo. Aggiungiamo le voci dei movimenti per la giustizia sociale in Italia all’appoggio internazionale per il diritto di Mehmet Tarhan a rifiutarsi di uccidere ed essere ucciso.
Condannato a quattro anni di prigione militare per “insubordinazione”, Mehmet Tarhan è un anarchico curdo gay, obiettore di coscienza totale – contro tutte le guerre e qualsiasi alternativa al servizio militare.
La Turchia ha la leva obbligatoria ma non riconosce il diritto all'obiezione di coscienza. I militari turchi insistono a trattare l'omosessualità come una "malattia”. Gli uomini possono fare domanda di esenzione dal servizio militare su questa base, ma devono fornire come “prova” un video di un atto di penetrazione sessuale e subire una visita anale. E' l'equivalente del famigerato "test di verginità" che la polizia e l'esercito turco usano da anni per stuprare e aggredire sessualmente le donne, in particolare le donne curde.
Mehmet Tarhan rifiuta di sottomettersi a una simile umiliazione, respinge l’”offerta” di evitare il militare permettendo che lo classifichino come “malato”. Si trova nella prigione di Sivas dall’8 aprile 2005 dove è stato aggredito e torturato e ha fatto due volte lo sciopero della fame (entrambe le volte vincendo sulla maggior parte delle sue rivendicazioni).
Il 9 dicembre ci sono state manifestazioni in suo appoggio in 23 città di 13 paesi, tra cui Milano (organizzata da Facciamo Breccia) e Venezia. Molti individui e organizzazioni in Italia hanno inviato messaggi di appoggio.
Molte/i hanno nello stesso tempo manifestato anche per il rilascio di Mumia Abu-Jamal, che si trova da oltre 20 anni nel braccio della morte, da dove ha continuato il suo giornalismo di attivista contro la guerra e per la giustizia per tutte/i, compresi le attiviste lesbiche e gay.
L’8 dicembre 20 Parlamentari Europei hanno firmato una lettera al Presidente, al Primo Ministro e al Ministro degli Esteri della Turchia, esigendo l’immediato rilascio dal carcere di Mehmet Tarhan e il riconoscimento da parte della Turchia del diritto all’obiezione di coscienza. Una mozione sta circolando nel Parlamento Scozzese contro le visite fisiche omofobiche ed esigendo la fine della tortura di Mehmet e il suo congedo immediato dall’esercito.
Recentissimamente, il 26 gennaio, in un caso che rappresenta un precedente per quello di Mehmet, il Tribunale Europeo dei Diritti Umani ha dichiarato la Turchia colpevole di “trattamento degradante” su Osman Murat Ülke, un altro obiettore di coscienza, che è stato imprigionato otto volte per un totale di 701 giorni per essersi rifiutato di fare il soldato.
Payday e Wages Due Lesbians (Lesbiche per il Salario Dovuto) appoggiano la coraggiosa lotta di Mehmet nonostante la persecuzione, la brutalità e la tortura. Sua madre e sua sorella sostengono instancabilmente la sua lotta, nonostante la povertà e la cattiva salute – viaggiando regolarmente Sivas in 14 ore di pullman per andarlo a trovare.
Mehmet fa parte di un movimento crescente di refusenik lesbiche e gay che
dicono NO ai militari. “Se
danno ai gay il ‘diritto’ di fare il militare, non andrò certo in giro a
dire ai gay ‘Ehi, andiamo a fare il militare’. Non devono farlo. E gli
eterosessuali non devono farlo neanche loro”.
Mehmet fa eco a Stephen Funk, un marine gay di origine filippina e nativa
americana, che nel 2003 ha fatto cinque mesi di prigione per essersi
rifiutato di andare in Irak. Stephen ha dichiarato: “Non sono a favore
della partecipazione dei gay al militare perché personalmente non appoggio
l’azione militare.”
Le lesbiche e i gay non si battono da decenni per l’”eguaglianza del diritto” di uccidere ed essere uccisi. Non c’è Orgoglio nell’uccidere gli altri. Molte donne lesbiche sono anche madri, e come tutte le madri non hanno tirato su i figli per uccidere in guerra altri figli di altre madri, e appoggiano i loro figli che sono refusenik.
La Turchia è il più fedele scagnozzo degli Stati Uniti dai tempi della guerra fredda; gli Stati Uniti fornirono la maggior parte delle armi usate dalla Turchia per la campagna genocida contro i Curdi negli anni Novanta. I governi europei vogliono usare l'entrata della Turchia nell'Unione Europea per minare ulteriormente i nostri diritti umani, in Europa e a livello globale. Non dobbiamo permettere che la Turchia rafforzi in Europa Bush, Blair e Berlusconi contro di noi.
Appoggiamo la campagna per liberare Mehmet Tarhan e il suo rifiuto di uccidere:
·
scriviamo
lettere di protesta all’ambasciata turca (turchia@turchia.it
cc:
payday@paydaynet.org)
· facciamo pressione sui Parlamentari Europei perché firmino la lettera dei loro 20 colleghi (http://www.refusingtokill.net/Italian%20RTK/18ParlamentariEuropei.htm) e sollevino il caso di Mehmet nel Parlamento Europeo (vedi elenco dei Parlamentari Europei a http://www.refusingtokill.net/Italian%20RTK/MessaggioD'emergenza4.htm)
· esigiamo dai parlamentari italiani che protestino con le autorità turche
Invitiamo tutti a difendere i nostri diritti umani all'obiezione di coscienza, a rifiutare di uccidere, alla scelta sessuale, a vivere in un mondo libero da guerre e dittature e interferenze di preti di qualsiasi religione, un mondo che Investa nella Cura della Vita, Non nella Morte – e ad esigere con noi:
Ø La fine della tortura mentale e fisica di Mehmet Tarhan, la sua immediata liberazione dal carcere e il suo congedo dall’esercito;
Ø Il riconoscimento da parte della Turchia dei diritti degli obiettori di coscienza;
Ø L’abolizione della definizione da parte dei militari Turchi dell’omosessualità come malattia, che richiede la visita anale e “prove” visive.
Per maggiori informazioni: www.refusingtokill.net
tel: 00 44 20 7209 4751 o 00 44 20 7482 2496 (inglese), 00 44 780 378 9699 (italiano)
email: payday@paydaynet.org o wdl@allwomencount.net
Wages Due Lesbians, una rete internazionale multirazziale che conduce una campagna per i diritti economici, legali e umani delle donne lesbiche/bisessuali.
Payday, una rete internazionale multirazziale di uomini, gay ed etero, che lavora con il Global Women’s Strike (Sciopero Globale delle Donne)