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con lo Sciopero Globale delle Donne
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Presidente
della Turchia Ahmet Necdet Sezer, cumhurbaskanligi@tccb.gov.tr
Comandante delle Forze Armate
Turche e Capo di Stato Maggiore Hilmi Özkök, gnkur@tsk.mil.tr
Ambasciatore
turco in Italia, turchia@turchia.it
Ospedale
militare di Sivas, fax 00 90
346 2253915. Scrivere: Hastanenin dikkatine (all’attenzione
dell’ospedale)
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18 maggio 2005
Oggetto: L’obiettore di coscienza Mehmet Tarhan sotto processo al
tribunale militare, 26 maggio
Scriviamo in appoggio al Sig. Mehmet
Tarhan, un obiettore di coscienza che si rifiuta di sottomettersi al
servizio militare obbligatorio nelle Forze Armate in Turchia. Tutti hanno il diritto di rifiutarsi di uccidere – in
conformità al diritto naturale oltre che alla legge internazionale,
compresa la Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e
delle Libertà Fondamentali, i principi della Cittadinanza dell’Unione
Europea stabiliti dal Trattato di Maastricht e i Criteri di Copenhagen -
la Turchia è firmataria di tutti questi documenti.
Sappiamo che il Sig. Tarhan, se costretto a prestare servizio militare,
potrebbe essere mandato nella regione curda della Turchia e gli potrebbe
essere ordinato di sparare a civili, donne, bambini e uomini.
Il Sig Tarhan, un attivista gay e anarchico, si è dichiarato obiettore di
coscienza il 27 ottobre 2001. Ha
continuato a esprimere la sua opposizione alle politiche di morte, tra cui
le guerre degli Stati Uniti e del Regno Unito contro l’Afghanistan e
l’Iraq, perché sono “in primo luogo e soprattutto una violazione del
diritto alla vita . . . Non compirò un simile crimine in nessuna
circostanza.” Il Sig.
Tarhan è stato arrestato l’8 aprile 2005, e poi è stato trasferito
alla prigione militare di Sivas, dove ha dichiarato di essere in sciopero
della fame. Il Sig. Tarhan è
accusato ai sensi dell’Articolo 88 del Codice Penale Militare turco,
“Insubordinazione davanti all’unità” e può essere condannato fino
a cinque anni di prigione.
Esigiamo che mentre si trova in
prigione, gli sia permesso di comunicare con i suoi avvocati, la sua
famiglia, i suoi sostenitori, oltre che con i media.
Il Sig. Tarhan è stato ora trasferito a
un ospedale militare ed è stato definito un “terrorista” e attaccato
da altri detenuti. L’ospedale
ha ricevuto l’ordine di produrre una relazione sulla sua omosessualità.
Qualsiasi esame medico del Sig. Tarhan contro la sua volontà è
una forma di tortura, che ricorda il famigerato “test di verginità”
che la polizia e l’esercito turco usano da decenni come pretesto per
compiere stupri e altra violenza sessuale contro le donne, in particolare
le donne curde.
Esigiamo che tutti gli esami
medici forzati cessino immediatamente.
Stephen Funk, il primo di un numero
crescente di soldati delle forze armate degli Stati Uniti a rifiutarsi di
prestare servizio in Iraq, disse che “come gay, ho molta esperienza di
odio ed oppressione . . . e mi schiero dalla parte della gente oppressa
del mondo che sa che odio e oppressione non risolvono nessun problema.”
Il Sig. Tarhan insiste sul suo diritto all’obiezione di coscienza e
contesta il fatto che, come gay, poteva ricevere un’esenzione per
malattia, dichiarando che questa “è un’espressione del marcio dello
stesso sistema militarista.” Con
il loro rifiuto a fare il servizio militare, sia il Sig. Funk che il Sig.
Tarhan si oppongono alla posizione di alcune organizzazioni gay sul
diritto dei gay e delle donne lesbiche di prestare servizio militare sulla
base dell’”eguaglianza”. Ci
uniamo alle nostre sorelle di Wages Due Lesbians (Salario Dovuto alle
Lesbiche) che dichiarano: “Non c’è orgoglio nel massacro e nello
stupro di altre/i”.
Nel caso del Sig. Tarhan, siamo allarmati da rapporti1 su
reclute morte in circostanze controverse mentre prestavano servizio
nell’esercito turco, tra cui l’obiettore di coscienza Süleyman Aksoy.
Il Sig. Aksoy si vide respingere la domanda di asilo politico dalle
autorità olandesi, venne imprigionato per sei mesi e poi deportato di
nuovo in Turchia. Il Sig.
Aksoy morì quando venne costretto a prestare servizio militare.
Un altro rapporto2 aggiunge: “Alcune organizzazioni di
diritti umani turche hanno attratto l’attenzione sul numero di obiettori
di coscienza che sono morti in circostanze simili.”
Consideriamo le autorità militari e civili turche responsabili di
qualsiasi atto violento subito dal Sig Tarhan nell’ospedale militare
dove si trova ora, o più tardi se viene messo in prigione o viene
costretto a prestare servizio militare.
In Turchia ci sono state manifestazioni di appoggio per il Sig. Tarhan
e per la sua lotta perché l’obiezione di coscienza venga legalmente
riconosciuta come un diritto suo e di tutti.
Ha l’appoggio di un movimento crescente nella regione e in tutto
il mondo di quelli che rifiutano di accettare lo spreco globale - in
continuo aumento - delle risorse umane ed economiche nella violenza
militare, e la povertà creata e imposta attraverso questa violenza.
Payday è una rete internazionale e multirazziale di uomini che lavora con
il Global Women’s Strike (Sciopero Globale delle Donne), il cui fine è
che la società “investa nella cura della vita, non nella morte.”
Noi appoggiamo le donne e gli uomini che, come il Sig. Tarhan, si
rifiutano di uccidere, torturare e stuprare.
Esigiamo che le autorità turche riconoscano il Sig. Mehmet Tarhan come
obiettore di coscienza e lo rilascino immediatamente.
Distinti saluti,
Dean Kendall
Michael Kalmanovitz
Payday Stati Uniti
Payday Regno Unito
Cc: Caroline Lucas e Jean
Lambert, Deputati al Parlamento Europeo (versione inglese)
Amnesty International, 27 agosto 1999 e Turkish
Human Rights Association (IHD), 1 Novembre 2000
[The Deportation Machine, Liz Fekete, Institute of Race Relations, Londra,
2005
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