A: Autorità Turche, Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa
Signora o Signore,
Oggetto: l’arresto e la tortura di Mehmet Bal
È scandaloso che l’obiettore di coscienza turco Sig. Mehmet Bal sia stato arrestato l’8 giugno 2008 e che sia stato detenuto nella prigione militare di Beşiktaş dove è stato picchiato dagli ufficiali di servizio e gli è stato negato accesso ad acqua e servizi igienici.
Il giorno dopo il Sig. Bal è stato trasferito alla prigione militare di Hasdal, dove gli sono stati tagliati a forza i capelli; gli ufficiali della prigione hanno incitato altri detenuti a “fare il necessario”; i detenuti lo hanno picchiato con bastoni di mezzo metro e grossi come il polso di un uomo. Quando è svenuto, lo hanno trascinato in una doccia fredda perché si riavesse e poterlo picchiare di nuovo.
Dopo le aggressioni, il Sig. Bal è stato portato all’ospedale militare di Gümüssuyu. Benché non fosse in grado di muovere il collo, le gambe e le braccia, non è stato ricoverato ma è stato riportato in prigione in barella. Mehmet Bal si trova adesso nella prigione militare di Adana, a centinaia di chilometri da casa sua a Istanbul. Il suo “reato” – rifiutarsi di uccidere.
Assieme a Mehmet Bal e a quanti lo appoggiano in Turchia e a livello internazionale, tra cui Amnesty International, esigiamo che:
- La tortura e i maltrattamenti del Sig. Bal, comprese le aggressioni e le intimidazioni da parte del personale della prigione e di altri detenuti, cessino adesso; - Il Sig. Bal venga visitato da medici indipendenti e riceva immediatamente le cure necessarie; - Ci siano un’indagine, una denuncia e una punizione immediate del personale della prigione e dei detenuti che hanno organizzato e perpetrato le aggressioni; - Il suo rilascio immediato e incondizionato.
Esigiamo inoltre che l’Unione Europea imponga come pre-condizione di qualsiasi negoziato per l’entrata della Turchia nell’Unione la fine immediata della persecuzione degli obiettori di coscienza e il riconoscimento del diritto di rifiutarsi di uccidere.
Tutti noi dobbiamo avere il diritto di rifiutarci di uccidere, di vivere in un mondo libero da guerra e dittatura, un mondo che investa nella cura della vita, non nella morte.
Rifiutarsi di uccidere non è reato e questa protezione della vita umana deve essere appoggiata, non punita.
Firmato
AUTORITÀ TURCHE Prigione Militare di Adana Fax: +90-322-322 81 36 Generale Yaşar Büyükanit, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Turche Abdullah Gül, Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, Primo Ministro Mehmet Ali Şahin, Ministro della Giustizia Abdulkadir Aksu, Ministro dell’Interno Vecdi Gönül, Ministro della Difesa Nazionale Mehmet Zafer Üskül, Presidente della Commissione Parlamentare Turca sui Diritti Umani
PARLAMENTO EUROPEA On. Hélène Flautre, Presidente del Sottocomitato sui Diritti Umani del Parlamento Europeo On. Giuseppe Gargani, Presidente del Comitato Affari Legali On. Gerard Deprez, Presidente del Comitato per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni On. Joost Lagendijk, Presidente della Delegazione al Comitato Parlamentare Unitario UE-Turchia On. Olli Rehn, Commissario Europeo per l’Ampliamento
Heather Grabbe,
Membro di Gabinetto di Olli Rehn, Responsabile per la Turchia Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani Tribunale Europeo dei Diritti Umani Fax: +33 (0)3 88 41 27 30
gnkur@tsk.mil.tr; cumhurbaskanligi@tccb.gov.tr; rte@akparti.org.tr; info@adalet.gov.tr; aaksu@icisleri.gov.tr; info@msb.gov.tr; inshkkom@tbmm.gov.tr; helene.flautre@europarl.europa.eu; giuseppe.gargani@europarl.europa.eu; gerard.deprez@europarl.europa.eu; joost.ijk@europarl.europa.eu; cab-rehn-web-feedback@ec.europa.eu; olli.rehn@ec.europa.eu; heather.grabbe@ec.europa.eu; cm@coe.int; commissioner@coe.int
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