Appoggiamo Jeremy Hinzman - il soldato USA che chiede asilo in Canada
Contattiamo subito l'ambasciata canadese nel nostro paese!

Usate il modello di lettera o scrivete la vostra!
Fatelo subito! Prevediamo che le autorità che sovirintendono all'immigrazione prenderanno la decisione alla fine di febbraio o all'inizio di marzo 2005!

Mandatela all'ambasciata canadese:
Ambasciatore Robert Fowler
Via G.B. de Rossi 27 
00161 Roma
email: rome@international.gc.ca 
fax: 06 44598.3750

» Elenco delle Ambasciate canadesi.

Mandate copia della vostra lettera a:
» Jeremy Hinzman: support@jeremyhinzman.net
» Jeffrey House (l'avvocato di Jeremy): jeffryhouse@hotmail.com
» War Resisters Support Campaign:
resisters@sympatico.ca
» Payday payday@paydaynet.org

A:
Paul Martin, Primo Ministro del Canada
Joe Volpe, Ministro per l’immigrazione
C/o Ambasciate canadesi (Stati Uniti, Regno Unito, altrove)

Oggetto: Jeremy Hinzman, obiettore di coscienza degli Stati Uniti, richiedente asilo in Canada

Jeremy Hinzman, un soldato dell’esercito degli Stati Uniti, un anno fa è fuggito in Canada con sua moglie e suo figlio piuttosto che combattere nella guerra condotta dagli Stati Uniti in Iraq, dopo che la sua domanda per essere riconosciuto come obiettore di coscienza è stata respinta.  Il Sig. Hinzman sta ora chiedendo di essere riconosciuto come rifugiato politico perché se dovesse tornare verrebbe certamente perseguitato dall’esercito degli Stati Uniti, con la possibilità di essere condannato a un lungo periodo in prigione.

Vi invitiamo a prendere la stessa posizione di decine di migliaia di persone in Canada e in tutto il mondo che appoggiano il Sig. Hinzman e la sua famiglia.  Le sue azioni sono giustificate dalla legislazione internazionale stabilita dai Processi di Norimberga, che stabilisce che è dovere di un soldato, anzi di tutti noi, di rifiutare di eseguire ordini illegali.  Il Canada non deve favorire la persecuzioni di una famiglia di refusenik come quella del Sig. Hinzman rimandandola negli Stati Uniti.

Il Sig. Hinzman prevede giustamente che verrebbe costretto alla complicità in crimini di guerra in Iraq.  Quando si trovava in Afghanistan, il Sig. Hinzman capì che quelle/i che i suoi commilitoni imprigionavano venivano detenute/i in condizioni inumane e che la tortura era comunemente accettata lungo tutta la catena di comando, a partire dal Presidente.  Il recente processo davanti alla corte marziale dei tre soldati britannici che hanno usato violenza contro dei prigionieri e l’accusa contro altri sette di aver assassinato un civile iracheno, indicano quanto diffusi siano gli abusi dei diritti umani da parte dei militari.  Il governo degli Stati Uniti sta ora apertamente discutendo l’uso di squadroni della morte in Iraq, simili a quelli impiegati segretamente negli anni Ottanta per assassinare decine di migliaia di persone nell’America Centrale.

Il Sig. Hinzman non è l’unico soldato degli Stati Uniti a rifiutare la guerra.  Jeffry House, l’avvocato del Sig. Hinzman, viene contattato ogni giorno da almeno due soldati che vogliono rifiutare di far parte della macchina per uccidere degli Stati Uniti.  Il comandante dell’Esercito di Riserva degli Stati Uniti ha affermato che 16.400 riservisti sono dei “non partecipanti”.  Secondo il Pentagono fino al mese di dicembre 2004 hanno disertato 5.500 soldati.  Attualmente 22 soldati di un’unica unità dell’esercito stanno rifiutando di essere reimpiegati in Iraq perché, come dice il loro sergente, “non sono entrato nell’esercito per uccidere donne, bambini e vecchi.”  George Solomou, il primo soldato britannico a lanciare un appello per il rifiuto di massa, fa eco ai sentimenti di migliaia di riservisti nel Regno Unito.

Milioni di persone in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti, si sono opposti alla guerra e all’occupazione che è costata almeno 100.000 vite.  Di conseguenza molti governi si sono ritirati dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti, tra cui Spagna, Honduras, Nicaragua, le Filippine, Tailandia, Nuova Zelanda e la Repubblica Dominicana, per parlare solo dell’ultimo anno.  Ucraina, Polonia, Ungheria e Lettonia hanno annunciato che si ritireranno completamente o in parte.

Durante la sua udienza, il Sig. Hinzman si dichiarò sicuro che il suo caso verrà “trattato in maniera aperta e giusta dalla Commissione per i Rifugiati e dal Canada.” Ha delle buone ragioni per pensarlo: né la gente né il governo del Canada appoggiano la guerra degli Stati Uniti in Iraq.  Il Primo Ministro ha dichiarato: “Per quanto riguarda l’immigrazione, il nostro è un paese di immigrati e noi accoglieremo immigrati da tutto il mondo.  Non sarò io a discriminare.” (Ottawa Citizen, 16 dicembre 2004)  Siamo lieti per queste dichiarazioni, non solo per quanto riguarda il Sig. Hinzman e gli altri refusenik dell’esercito degli Stati Uniti, ma anche per quanto riguarda tutti i richiedenti asilo in Canada.

Dando asilo politico e riconoscendo al Sig. Hinzman il suo diritto di rifiutare di prender parte a crimini di guerra, il governo canadese sarà d’accordo con la grande maggioranza dei suoi cittadini e della gente del mondo, che esigono un mondo dove la priorità è l’investimento nella cura della vita, non nella morte.

Distinti saluti,

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