Lettera di Chelsea ai suoi compagni prigionieri- 13 Febbraio 2017

A quelli che mi hanno mantenuto in vita negli ultimi sei anni: pochi minuti dopo che il Presidente Obama ha annunciato di aver commutato la mia sentenza, la prigione mi ha velocemente tolto dagli altri detenuti e mi ha messo nella restrictive housing unit dove mi trovo ora. So che ora siamo separati fisicamente, ma non saremo mai divisi e non siamo soli. Recentemente uno di voi mi ha chiesto: “Ti ricorderai di me?” Mi ricorderò di te. Come potrei dimenticare? Mi avete insegnato delle cose che altrimenti non avrei mai imparato.

Quando avevo paura, mi avete insegnato ad andare avanti. Quando mi sentivo perduto, mi avete mostrato la strada. Quando mi sentivo torpido, mi avete insegnato come sentire. Quando ero arrabbiato, mi avete insegnato a calmarmi. Quando ero pieno di odio mi avete insegnato a provare compassione. Quando ero distante, mi avete insegnato a sentirmi vicino. Quando ero egoista mi avete insegnato a condividere.

A volte mi ci è voluto del tempo a imparare molte cose. Altre volte mi dimenticavo, e voi mi facevate ricordare.

Siamo stati amici in un modo che pochi potranno capire. Non c’era spazio per essere superficiali. Invece voi avete messo tutto a nudo. Potevamo nasconderci dalle nostre famiglie e dal mondo di fuori, ma non potevamo mai nasconderci gli uni dagli altri.

Abbiamo dicusso, abbiamo litigato, ci siamo azzuffati. Delle volte su assolutamente nulla. Ma siamo sempre stati una famiglia. Siamo sempre stati uniti.

Quando la prigione cercava di attaccare uno di noi, ci siamo opposti tutti. Ci tenevamo d’occhio l’uno con l’altro. Quando hanno cercato di dividerci e sistematicamente discriminarci, abbiamo abbracciato le nostra diversità e abbiamo reagito. Ma ho anche imparato da tutti voi quando attaccar battaglia. Sono cresciuto e diventato più solido per via della comunità che avete fornito.

Quelli fuori di prigione possono anche non credere che in queste condizioni agiamo come esseri umani. Ma naturalmente è quello che facciamo. E costruiamo le nostre reti di sopravvivenza.

Senza di voi non ce l’avrei mai fatta. Non solo mi avete insegnato queste cose importanti, ma avete fatto in modo che sentissi che vi prendevate cura di me. Voi siete stati quelli che mi avete aiutato a venire a patti con il trauma quando mi tagliavano regolarmente i capelli. Voi eravate quelli che siete venuti a controllare dopo che ho tentato di suicidarmi. Voi siete stati quelli con cui mi divertivo a giocare. Mi avete fatto gli auguri. Abbiamo celebrato assieme le feste. Voi siete stati e sarete sempre la mia famiglia.

Molti di voi sono già liberi e vivono fuori delle mura della prigione. Molti di voi torneranno a casa presto. Alcuni di voi hanno ancora molti anni davanti.

La cosa più importante che mi avete insegnato è come scrivere e come parlare con la mia voce. Sapevo solo scrivere promemoria. Adesso scrivo come un essere umano, con sogni, desideri e collegamenti. Non avrei potuto farlo senza di voi.

Da dove sono adesso, penso ancora a tutti voi.  Quando esco da qui in maggio, continuerò a pensare a tutti voi. E per tutti quelli che si sentono soli dietro le sbarre, sappiate che c’è una rete di noi che pensa a voi. Non sarete mai dimenticati. 

FONTE The Guardian

Per contattare Chelsea: Tweet  @xychelsea  Per posta: dettagli qui.

 

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