Payday Messaggio d’emergenza 3:
L’obiettore di coscienza turco Mehmet Tarhan, detenuto illegalmente, ottiene i suoi diritti in prigione.  Di nuovo sotto processo il 4 agosto.


Care amiche e amici,

Recentemente vi abbiamo mandato dei Messaggi d’emergenza, richiedendo il vostro urgente appoggio per Mehmet Tarhan, un obiettore di coscienza gay, detenuto dall’8 aprile nella prigione militare di Sivas in Turchia, dove è stato brutalmente aggredito (http://www.refusingtokill.net/Turkey/ReleaseMehmet.htm).

Quando Mehmet Tarhan si è presentato davanti al tribunale militare il 9 giugno, il giudice l’ha rilasciato – una grande vittoria anche per il movimento internazionale che l’appoggia.  Ma i militari sono tornati immediatamente ad arrestarlo, in aperta violazione delle leggi internazionali, e l’hanno rimandato nella prigione militare di Sivas.  Mehmet Tarhan è andato sotto processo un’altra volta il 12 luglio e ancora una terza volta il 4 agosto, per cui c’è ora bisogno del vostro urgente appoggio per insistere che tutte le accuse contro di lui vengano fatte cadere e perché venga immediatamente rilasciato. 

Mehmet Tarhan ha fatto 28 giorni di sciopero della fame per protestare contro il suo trattamento in prigione, e il 21 giugno ha ottenuto una vittoria sulle sue rivendicazioni: una cella da solo per proteggerlo contro le violenze da parte degli altri detenuti, la possibilità di ricevere regolarmente la posta, accesso ai libri, la possibilità di farsi il tè, una televisione e una visita da parte di medici civili, che è avvenuta e che l’ha dichiarato in buona salute.  Sono incominciate ora le cure necessarie dopo lo sciopero della fame.1

Fino a questo momento abbiamo ricevuto copie di lettere di protesta alle autorità turche da
Argentina, Filippine, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.  Degno di nota è il fatto che Stephen Funk, un gay che fu il primo soldato degli Stati Uniti a rifiutarsi pubblicamente di prestare servizio in Iraq, ha scritto al governo turco (http://www.refusingtokill.net/Turkey/MehmetFunkLetter.htm).  E ci sono state manifestazioni a Francoforte e ad Atene. 

Noi e altri abbiamo fatto pressione sui Parlamentari Europei e molti hanno espresso il loro appoggio.  Date le trattative per l’entrata della Turchia nell’Unione Europea, gli interventi dei Parlamentari Europei è fondamentale per assicurare la sicurezza del Sig. Tarhan.

In Turchia ci sono state marce in appoggio a Mehmet Tarhan alla base dell’esercito di Harbiye e a quella aerea di Incirlik; ci sono stati striscioni, volantini e slogan nelle manifestazioni per il Primo Maggio a Istanbul, Ankara, Smirne, Antalya e Malatya; le sue lettere dal carcere sono state lette al festival anti-militarista di Smirne; sono state organizzate campagne per scrivere lettere di protesta, conferenze stampa e manifestazioni e l’appoggio dentro al tribunale.  A tutto questo partecipano molte organizzazioni: antimilitaristi, lesbiche e gay, gruppi per i diritti umani e delle donne, anarchici.  Non dobbiamo dimenticare che dietro la persecuzione di Mehmet Tarhan sta l’immenso, nascosto, numero di renitenti alla leva – 350.000 – con molti che si rifiutano di prestare servizio nella guerra della Turchia contro il popolo curdo.2

Mehmet Tarhan e la gente che l’appoggia in Turchia hanno bisogno di sapere che ci stiamo organizzando a livello internazionale per proteggere la sua vita e affermare il suo diritto all’obiezione di coscienza.  Vi invitiamo urgentemente a scrivere lettere e cartoline a:

Mehmet Tarhan, 5. Piyade Egitim Tugayi, Askeri Cezaevi, Temeltepe – Sivas, Turchia

Infine vi invitiamo con urgenza a scrivere (di nuovo) alle autorità turche, facendo pressione per il suo rilascio immediato e senza condizioni.  Contiamo su di lui perché continui la sua determinata campagna contro la guerra, libero da restrizioni e persecuzioni.

1 War Resisters International, CO-alert, 22 giugno 2005
2 Quaker Council for European Affairs: The Right to Conscientious Objection in Europe: A Review of the Current Situation [Consiglio dei Quaccheri per gli affari europei: Il diritto all’obiezione di coscienza in Europa: Un’analisi della situazione attuale], 2005.


Quello che potete fare
Scrivete a Mehmet Tarhan
Scrivete lettere di protesta alle autorità turche in Turchia – vedi sotto modello di lettera
Stato Maggiore fax: (+90) 312 - 425 08 13  email:gnkur@tsk.mil.tr  . 
            Presidenza della Repubblica Turca fax: (+90) 312 427 13 30  email:
cumhurbaskanligi@tccb.gov.tr
     Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan fax: +90 312 417 0476 email: rte@akparti.org.tr
Ministro degli Interni Abdulkadir Aksu fax: + 90 312 418 1795 email: aaksu@icisleri.gov.tr
Ministro per la Giustizia Cemil Çiçek  fax: +90 312 419 3370 email: cemilcicek@adalet.gov.tr
            Prigione militare di Sivas: (+90) 346- 225 39 15
Mandate copie all’Ambasciata turca in Italia turchia@turchia.it
Mandate copie agli organismi europei

Trevor Stevens, Segretario esecutivo, Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura 
            Olli Rehn, Commissario per la politica di allargamento dell’Unione Europea
            Alvaro Gil-Robles, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa

Michael Cashman, Presidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo per i Diritti dei Gay e delle Lesbiche
            E al vostro Parlamentare Europeo
– un elenco è disponibile presso
            http://wwwdb.europarl.eu.int/ep6/owa/p_meps2.repartition?ilg=EN&iorig=home

Mandate anche una copia della vostra lettera e dei messaggi a Payday payday@paydaynet.org e a War Resisters International info@wri-irg.org

Per mandare la vostra lettera, potete copiare e incollare tutti questi indirizzi nella finestra del destinatario del vostro messaggio:
a:
gnkur@tsk.mil.tr; cumhurbaskanligi@tccb.gov.trM rte@akparti.org.tr; aaksu@icisleri.gov.tr; cemilcicek@adalet.gov.tr
cc: aadamou@europarl.eu.int; vagnoletto@europarl.eu.int; segreteria@vittorioagnoletto.it; gberlinguer@europarl.eu.int; fbertinotti@europarl.eu.int; ebonino@europarl.eu.int; pcasaca@europarl.eu.int; deputado@paulocasaca.net; mcashman@europarl.eu.int; gchiesa@europarl.eu.int; dcohnbendit@europarl.eu.int; d.massimo@dol.it; adipietro@europarl.eu.int; asistent@falbr.cz; mfrassoni@europarl.eu.int; lgruber@europarl.eu.int; jeanlambert@greenmeps.org.uk; eletta@europarl.eu.int; carolinelucas@greenmeps.org.uk; emeijer@sp.nl; hflautre@europarl.eu.int; lmorgantini@europarl.eu.int; rmusacchio@europarl.eu.int; mpannella@europarl.eu.int; tpflueger@europarl.eu.int; MPortas@europarl.eu.int; ransdorf@kscm.cz; rromeva@europarl.eu.int; hruehle@europarl.eu.int; heide.ruehle@gmx.de; e-b.svensson@bredband.net; zimmer.zimmer@t-online.de; cab-rehn-web-feedback@cec.eu.int; CommissionerHR.Communication@coe.int; cptdoc@coe.int; payday@paydaynet.org;
info@wri-irg.org
e cc: turchia@turchia.it


MODELLO DI LETTERA


A:
Stato Maggiore
Presidenza della Repubblica Turca
Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan
Ministro degli Interni Abdulkadir Aksu
Ministro per la Giustizia Cemil Çiçek 
Prigione militare di Sivas
29 luglio 2005

Oggetto: Obiettore di coscienza Mehmet Tarhan, detenuto illegalmente dall’esercito turco

Le scriviamo a proposito di Mehmet Tarhan, un gay e obiettore di coscienza, detenuto dall’8 aprile nella prigione militare di Sivas in Turchia.  Incoraggiati dal personale carcerario, altri detenuti hanno ripetutamente picchiato, umiliato e minacciato di morte il Sig. Tarhan, perfino davanti al suo avvocato.  Quando si è presentato davanti al tribunale militare il 9 giugno, il Sig. Tarhan non riusciva a camminare bene e aveva tutto il corpo coperto di lividi. 

Come sa, il giudice ha rilasciato il Sig. Tarhan perché “aveva già scontato due mesi in prigione, che era pressapoco il tempo che sarebbe dovuto restarci se alla fine fosse stato condannato”. Tuttavia il Sig. Tarhan è stato di nuovo arrestato e portato prima all’ospedale militare di Sivas e poi alla prigione militare di Sivas. 

Il Sig. Tarhan non doveva essere messo in carcere per niente.  È scandaloso che abbia dovuto fare uno sciopero della fame di 28 giorni per vincere dei diritti umani elementari come eguaglianza di trattamento e protezione dagli altri detenuti, e una visita e cure da parte di medici indipendenti.

Le autorità civili e militari turche devono garantire la sua sicurezza.  Un’inchiesta indipendente deve stabilire le responsabilità di chi ha incitato e perpetrato azioni violente conto il Sig. Tarhan mentre si trovava in stato di detenzione, e i colpevoli devono risponderne davanti alla giustizia.

Siamo indignati di sentire che il Sig. Tarhan, che si è di nuovo rifiutato di fare il militare, è stato processato una seconda volta il 12 luglio e ora subirà un terzo processo il 4 agosto.

Nel caso di Osman Murat Ulke, un altro obiettore di coscienza turco, il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle Detenzioni Arbitrarie, ha affermato che qualsiasi detenzione di un obiettore di coscienza dopo una detenzione iniziale in seguito a un primo rifiuto è “arbitraria, perché contraria all’articolo 10 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”.3

Il Sig. Tarhan sta esercitando il suo diritto all’obiezione di coscienza ai sensi dell’Articolo 18 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR) di cui la Turchia è firmataria.  E il Comitato dei Ministri agli Stati Membri del Consiglio d’Europa riguardante l’Obiezione di Coscienza al Servizio Militare Obbligatorio afferma che “Qualsiasi persona soggetta alla coscrizione per il servizio militare che, per irrinunciabili ragioni di coscienza, rifiuta di partecipare all’uso delle armi, avrà il diritto di essere esentata dall’obbligo di prestare tale servizio”.4

Questo ciclo di detenzione, tortura, processo, rilascio-farsa e detenzione è illegale e dev’essere interrotto.  La sentenza del giudice del 9 giugno dev’essere confermata.

Olli Rehn, Commissario per la politica di allargamento dell’Unione Europea, si è impegnato a sollevare il caso del Sig. Tarhan con le autorità turche.  Altri Parlamentari Europei, tra cui Michael Cashman, Presidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo sui Diritti dei Gay e delle Lesbiche, Caroline Lucas del partito dei Verdi e Vittorio Agnoletto della Sinistra Unita, hanno già protestato con il governo turco.  Amnesty International considera Mehmet Tarhan prigioniero di coscienza. 

Esigiamo il riconoscimento immediato dello stato di obiettore di coscienza e il rilascio senza condizioni per Mehmet Tarhan e per tutti gli obiettori di coscienza turchi, tra cui Ersan Ugur Gor, Erdem Yalcinkaya, Mustafa Seyhoglu e Hasan Cimen, che vennero arrestati dopo il processo del Sig. Tarhan.
 
Suo nel rifiuto di uccidere,

Dean Kendall                          Michael Kalmanovitz                    Giorgio Riva
Payday USA                             Payday Regno Unito                  Payday Italia

1 War Resisters International, CO-alert, 10 June 2005.
2 Suna Coşkun, avvocato di Mehmet Tarhan, alla conferenza stampa del 17 giugno 2005.
3 Opinione 36/1999
4 Raccomandazione n. R (87) 8

cc: Olli Rehn, Commissario per la politica di allargamento dell’Unione Europea
Alvaro Gil-Robles, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa
Trevor Stevens, Segretario Esecutivo, Comitato per la Prevenzione della Tortura, Consiglio d’Europa
On. Michael Cashman, Presidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo sui Diritti dei Gay e delle Lesbiche On. Adamos Adamou; On. Vittorio Agnoletto; On. Giovanni Berlinguer; On. Fausto Bertinotti; On. Emma Bonino; On. Paulo Casaca; On. Giulietto Chiesa; On. Daniel Cohn-Bendit; On. Richard Falbr; On. Massimo D’Alema; On. Antonio Di Pietro; On. Hélène Flautre; On. Monica Frassoni; On. Lili Gruber; On. Jean Lambert; On. Enrico Letta; On. Caroline Lucas ; On. Helmuth Markov ; On. Erik Meijer; On. Luisa Morgantini; On. Roberto Musacchio ; On. Marco Pannella; On. Dimitris Papadimoulis; On. Miguel Portas; On. Tobias Pflüger; On. Miloslav Ransdorf; On. Raul Romeva; On. Heide Ruehle; On. Eva-Britt Svensson; On. Kyriacos Triantaphyllides; On. Gabi Zimmer

Payday lavora con il
Global Women's Strike
(Sciopero Globale delle Donne)

www.refusingtokill.net

Gran Bretagna:
Tel: 00 44 20 7209 4751   Fax 00 44 20 7209 4761    cellulare 00 44 780 378 9699 (per parlare in italiano)
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